MAGARÌA. Elegia di un mondo perduto

MAGARÌA. Elegia di un mondo perduto

L’opera teatrale MAGARÌA esplora la dimensione atemporale e globale uomo-natura, sacro-profano. Apre una crepa sulla superficie della società contemporanea per dare voce a un mondo in via di estinzione, fatto di ritualità più che superstizione, che sopravvive con fatica in alcune aree del Mediterraneo (Calabria, Basilicata, Puglia, Sardegna, Nord Africa, Grecia, ecc.). Un atto di realismo magico che consente di accostare l’uomo di oggi, privato del sacro e dell’istinto, ad archetipi ancestrali, riconciliandolo con una consapevolezza necessaria. Un paganesimo proprio di intere comunità meridionali. MAGARÌA intreccia italiano, dialetto calabrese e lingue antiche, suoni dal vivo e composizioni elettroniche quali elementi di una liturgia collettiva.

Sinossi

Un pastore si smarrisce col suo gregge in un bosco la notte di Sant’Antonio Abate, notte magica in cui gli animali parlano fra loro. Da questo momento, il protagonista sarà vittima di una serie di incontri con creature afferenti al mondo pagano dell’area mediterranea, al limite tra reale e onirico, fino a quando, partecipando a un rito orgiastico fra pastori, non uscirà profondamente trasformato. Dal rituale dionisiaco, il pastore muterà nel suo femminino: una magàra-carbonaia che a sua volta frequenta i boschi. Il femminile interverrà in soccorso del pastore coi suoi sortilegi fino all’ineluttabile epilogo.

Crediti

Di ELIANA IORFIDA e FRANCESCO GALLELLI
con FRANCESCO GALLELLI
drammaturgia e costumi ELIANA IORFIDA
regia e scrittura di scena FRANCESCO GALLELLI
musiche, suoni, canti dal vivo e luci GIANLUCA CHIERA
scultura, maschera ed elementi di scena ANTONIO PITTELLI
produzione AGARTHA
co-produzione MANA CHUMA TEATRO
col sostegno di IAC – CENTRO ARTI INTEGRATE e ASSOCIAZIONE NINA

Foto di scena

Se ti interessa ospitare questo spettacolo o vuoi saperne di più, scrivi a associazioneagartha@gmail.com

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